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20 giugno, 2013

Torno su queste pagine

Ho tanto desiderio di scrivere, in questi ultimi mesi.

Di tanto in tanto torno a leggere queste pagine, rivedendo alcune cose del passato attraverso il modo con cui le ho qui descritte.

Ovviamente, per come le ho descritte, certe cose posso vederle solo io. Episodi che sono legati ad altri solo nella mia mente, altri che ho descritto in modo sfuggente.

Certe volte mi sembra di poter dire che questo spazio, che ho usato frequentemente in passato, mi è servito a fissare scherzosamente alcuni capisaldi della mia vita, a dipingerli - maldestramente - attraverso macchie di colore che solo indirettamente descrivevano quel che effettivamente era la mia vita in quel periodo.

Parlo di "quel periodo" perché tutto era molto diverso, tutto era solo studio e lavoro, pochissimo tempo libero e...forse per questo, quel poco tempo che avevo a disposizione lo vivevo in modo fortissimo. E lo ricordo ancora. E ricordo come i primi tentativi di tornare a una vita più equilibrata, una volta finito il percorso del mio dottorato, mi davano emozioni incontenibili.

Come detto qualche tempo fa, questo post - all'interno del blog - lo vedo come una sorta di spartiacque tra un "prima" e un "dopo".

Se leggo molti dei post che vengono dopo quel post, mi rendo conto che essi sono un tentativo di mantenere il tono degli altri che lo precedevano...ma senza riuscirci. Erano cambiate già le mie esigenze, era cambiata molto la mia vita e...avevo bisogno di scrivere in altro modo, di parlare di altre cose. Non l'ho fatto.

Quando leggo la parte conclusiva di quello stesso post...mi sembra che io sia ancora alla ricerca di me stesso, a cercare di capire dove sono finito...e perché faccio così tanta fatica, soprattutto in queste ultime settimane, ad ascoltare me stesso.

Fino a qualche mese fa, la mia vita mi sembrava piena e in equilibrio...tanto che iniziavo ad aver paura di perdere proprio tale equilibrio. Troppi elementi incastrati l'un l'altro, sul filo dei minuti e dei giorni. Sta di fatto che, improvvisamente e inaspettatamente, tale equilibrio è improvvisamente venuto a mancare. In modo fragoroso.

Ci sono tante cose non dette, nella mia vita, che mi impediscono di parlare di me qui come vorrei (o meglio, mi impedisco io stesso di parlare come vorrei fare...), tanto che io in realtà sto bloggando (come si diceva ai bei tempi dei blog) parecchio e da un certo tempo ma...altrove, dove posso scrivere liberamente senza pensiero alcuno...e dove posso parlare di me senza che nessuna delle persone che mi conoscono nella vita reale possa trovarmi.

Questo stesso fatto, a dire il vero, rappresenta uno degli aspetti della mia vita attuale che non mi piacciono...o che comunque non mi convince del tutto.

Mi chiedo, in questi giorni, quante cose sarebbero andate diversamente se io avessi fatto altre scelte.

A proposito del lavoro, finora, in realtà, non posso dire di aver scelto. Certamente ho scelto di "andare avanti", ho scelto di dire "sì" a tutte le proposte e a tutte le opportunità che mi si sono parate davanti. Ma non ho "cercato".

Posso dire, in questo senso, di essere stato fortunato perché le occasioni mi si sono parate davanti e io ho dovuto solo acchiapparle, dicendo sì. Certamente, non posso nasconderlo, queste sono venute una legata all'altra, grazie (probabilmente) all'impegno che io ho messo nel lavorare...soprattutto nei primi tempi: ora non potrei dire (probabilmente) la stessa cosa.

Ho agganciato una prima proposta e da lì tutto è venuto potrei dire di conseguenza.

Poi, se penso al lavoro in palestra e ad alcune mie collaborazioni con società di consulenza, ci sono state cose che io ho cercato attivamente, impegni che ho aggiunto volutamente.

Mi sembra di essere arrivato ora, dopo poco più di 4 anni dalla conclusione del mio dottorato e di quel periodo della mia vita, a un momento nel quale è necessario fare una sorta di bilancio (oppure ne ho semplicemente voglia).

Tutto questo è ben simboleggiato dal mio 35° compleanno. Mi riferisco alla soglia psicologica delle età che hanno come seconda cifra un 5.

Quando scrivo quel numero, 35, penso a chi ha già figli, una famiglia solida, a chi si sente completamente staccato dalla sua giovinezza e vive pienamente la sua età adulta.

Io mi sento in un equilibrio assolutamente instabile, tra la mia giovinezza e l'età adulta che - in realtà - già vivo.
Mi infastidisco spesso quando sento parlare di "ragazzi" di quarant'anni...io, quando parlo di gioventù, penso ai 24-25 anni o giù di lì. Poi basta, poi siamo donne e uomini.

E' come se solo in questo periodo iniziassi a sentirmi pienamente un uomo, adulto...dopo averlo detto tante volte, "sono adulto, non un ragazzo", ora inizio a sentirlo.
Pensavo di sentirlo anche prima ma...quantomeno in questo periodo tale percezione di me stesso si fa più intensa, più decisa, più profonda.

Forse è per questo che ho desiderio di sentire che ho costruito qualcosa e di avere qualcosa da portare avanti.

Se per il lavoro le cose sono relativamente semplici da capire (resto nel mio lavoro perché ha tanti vantaggi, l'epoca non è delle migliori e, dunque, anche se non lo apprezzo molto cerco di tenermelo stretto), per tutto il resto non c'è alcuna semplicità.

Il casino riguarda, per intenderci, tutto quel che è relazione, sentimento, proiezione nel futuro delle mie relazioni...e dunque di me stesso, del mio essere uomo.

La scelta di andare a vivere per conto mio, 8 anni fa, e poi convivere, è scaturita da una - credo normale - esigenza di sentirmi autonomo, di sentirmi in grado di farcela da solo. Mettici pure che l'atmosfera a casa dei miei, in quel periodo, non era certo delle migliori e io, sistematicamente, finivo in mezzo alle tensioni.

All'inizio non è certo stato facile, se penso - per esempio - a tutto il tempo che impiegavo semplicemente a cucinare una cena...e al poco tempo che impiego attualmente, facendo nel frattempo altre tre cose, mi viene da sorridere.

Ora sono in un punto nel quale ho bisogno di consolidare quel che sono...e per questo metto in discussione tutto. Anche F.

Aver conosciuto M., più di un anno fa, è stato come mettere benzina sul fuoco, sui problemi che già c'erano, me ne rendo conto. In M. ho visto la potenzialità di costruire qualcosa, a prescindere dalle reali possibilità...perché in fondo, effettivamente, è una persona che conosco appena e che, soprattutto, sta costruendo il suo qualcosa con qualcun altro.

Il mio agire impulsivamente, settimane fa, ha portato a devastare completamente il mio precario equilibrio, quello che temevo di perdere e che, a ben vedere, ho distrutto io stesso.

Passo le giornate a recuperare alcuni dei cocci, ma soprattutto a cercare di guardare avanti e intorno, cercando di capire se sia ancora possibile trovare un senso nel proseguire su questa strada...oppure se scegliere altre strade...tornare a stare con me stesso, nel tentativo di ascoltarmi di più e, finalmente, magari capire chi sono davvero. E quali sono i miei desideri. E capire di chi ho bisogno davvero.

4 commenti:

Marie Claire ha detto...

Mio caro Ale,
non ho altro da dire se non grazie. In fin dei conti scrivi tutto questo di te come una confessione, pertanto Grazie.

A tratti ti capisco, e parecchio, a tratti forse non vivo (ancora?) alcune delle sensazioni che descrivi, ma anche per me i 35 son dietro l'angolo e chissà...

Rileggere il post che menzioni, e sotto il quale c'è un mio commento, mi ha fatto ri-sorridere come la prima volta che lo lessi.
E mi ha anche fatto pensare questo: quando mi farà fare un giro sulla sua moto? ;-)

Ti abbraccio.
Ci vediamo presto,
MC

Lord Crespo di Svezia ha detto...

Mia cara, hai ragione. Ci sono momenti, come questo che sto vivendo, nei quali le emozioni e i pensieri sono troppi per tenerli dentro se stessi.

Allora, in qualche modo azzardo e cerco di riversarli fuori di me...scrivendoli, confessandoli per certi versi, forse nella speranza che così facendo riesca a fare un po' di ordine, anche attraverso il confronto con chi commenta.

Tu, in particolare, forse te ne sarai accorta anche dalle tracce che semino finto-distrattamente su Facebook.

Non so se i 35 hanno fatto effetto per conto loro oppure se certi eventi accaduti ultimamente (ai quali ho accennato nel post) si sono incrociati fortuitamente con il raggiungimento di questa età.

La sto vivendo come un punto di arrivo per una nuova partenza, una sorta di tappa.

Ed è questo, probabilmente, a farmi mettere in discussione tutto quel che ho vissuto prima d'ora.

Soprattutto, mi fa riflettere (criticamente quanto confusamente) su quali compagni di viaggio voglio, su che tipo di viaggio voglio fare, sull'intreccio tra queste due cose...e tante altre.

Sorrido spesso anche io rileggendo i vecchi post e i commenti.
Quella era un'epoca nella quale vivevo il presente, a ben vedere senza pensare troppo al futuro. Forse ho iniziato a pensarci da lì in poi, al futuro.

A presto...e vediamo come organizzarci per il giro in moto ;)
LC

Marie Claire ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Marie Claire ha detto...

Caro LC,
fare bilanci è normale. Umano. Probabilmente ci spaventiamo quando ne veniamo investiti, perchè forse ci sorprendiamo per primi la potenza con cui arrivano.
Non so nemmeno io se i 35 portano questi bilanci con sè, ma la realtà è che sono arrivati...e allora vivili come ti viene di viverli! Mi piace il tuo pensare a questo momento come a una tappa, una rampa di lancio, più o meno lunga, per un qualcosa di nuovo, diverso, o forse uguale e conosciuto, che c'è là dietro.
Vivi il presente pensando al futuro. Penso sia il modo migliore, il più sensato, ma anche il più difficile.

Guarda che il giro in moto lo voglio fare per davvero, eh? :-)

Baci,
MC