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25 luglio, 2012

eBook e dintorni

Lo spunto mi viene da questo articolo del Corriere della Sera su Kundera ed eBook.

In questi giorni ho avuto più tempo per leggere, grazie a una piccola settimana di vacanza e al fatto che sto prendendo spesso i mezzi pubblici.

Finalmente sono riuscito a superare un blocco che, ormai, durava da mesi: iniziavo a leggere un libro e, poco prima della metà (a volte molto prima!), lo lasciavo stare lì.
In questo modo ne ho fatti fuori un bel po', spero di tornare sui miei passi e riprendere la loro lettura.
Tutto questo è accaduto dopo aver letto "Cent'anni di solitudine", uno dei libri che più mi sono piaciuti tra tutti quelli che ho letto. Allora forse, essendomi piaciuto molto, avrei voluto leggere subito dopo qualcosa di ancora più bello...e invece no. Probabilmente è qualcosa che ha a che fare con me stesso, più che con i libri in questione: parlo, infatti, di romanzi scritti da Elsa Morante, da Virginia Woolf, da Jorge Amado, insomma, i loro nomi parlano chiaramente.

Poche settimane fa, entro in libreria e vedo che ci sono sconti interessanti. Inizio, come sempre faccio, a cercare con lo sguardo libri del passato, dello scorso secolo e di quello ancora precedente, mentre penso - come sempre da un po' di anni - che comprare libri troppo attuali equivalga a scegliere qualcosa di non validato dagli anni.
Molto stupidamente.
Poi lo sguardo cade su libri che non conosco, su autori che - nella mia non aggiornata conoscenza della letteratura contemporanea - non suonano come familiari. Leggo la quarta di copertina di alcuni testi che più mi incuriosiscono...e decido di provare, di tornare a scegliere senza farmi orientare dall'autorevolezza del passato.
E sì, dai, compro due bei libri e, pochi giorni dopo, inizio con quello che più mi ha invogliato alla lettura: "Le correzioni" di Jonathan Franzen.
Finalmente, come dicevo all'inizio del post, sono riuscito a superare il blocco. Non voglio fare una recensione del libro perché non ne sarei in grado: posso dire che lo sto leggendo in modo appassionato.

Poi leggo l'articolo del Corriere linkato sopra e...penso alla mia esperienza con l'oggetto libro.

In effetti, anche io - come alcuni commentatori dell'articolo dicono - amo le sensazioni e le emozioni che si creano leggendo le pagine di carta, la rigidità del libro che man mano si attenua e cede, il fatto di tornare in quelle pagine, come a volersi - talvolta - rifugiare dal mondo all'interno della rilegatura, tra una pagina e l'altra.

Al tempo stesso non sono certo io una persona "contraria" alle tecnologie, e quando vedo persone che leggono sul Kindle sono sempre incuriosito.
Forse non mi cambierebbe nulla, forse le emozioni della carta sarebbero le stesse...o forse diverse e, chissà, mi piacerebbero di più.
Certamente, però, non posso fare a meno di pensare che la forma libro, così come l'abbiamo conosciuta unica e insostituibile fino a pochi decenni fa, dia contezza dell'importanza della conservazione e della trasmissione della memoria e della cultura.
Immagino la biblioteca di Alessandria, per esempio, o per essere più attuale le moderne grandi biblioteche.
L'imponenza di certe strutture, forse, sottolinea l'importanza di quel che in esse è contenuto, l'importanza di conservarlo e di metterlo a disposizione di tutti.
L'idea che, alla lunga, il libro cartaceo possa scomparire...semplicemente, non mi piace. Mi sembra che sarebbe una gran perdita.
Come sarebbe una biblioteca basata solo su supporti digitali? Un grande server e tanti schermi dai quali leggere i...libri? O ci aspettano nuove forme che non avranno le caratteristiche del libro così come lo intendiamo attualmente?

Certamente tutto quel che dico è basato sulla mia esperienza di persona nata nel XX secolo.
Non posso che pensare positivamente al fatto che grazie alla diffusione delle tecnologie della comunicazione tante persone possono accedere a cose che, nel passato, erano conosciute e fruibili solo da una parte della popolazione mondiale.

Probabilmente le nuove forme della conservazione e della trasmissione della cultura creeranno nuovi concetti e nuove considerazioni di che cosa è autorevole e di come comunicare l'importanza del patrimonio culturale.
Intendo dire che, forse, scomparendo il libro cartaceo, si affermeranno forme che negli anni diventeranno quello che per noi è ed è stato il libro.

Come sempre, probabimente, è una questione di prospettive storiche e culturali.

Nel frattempo, non posso fare a meno di pensare a "Le correzioni", al fatto che il libro è lì nella borsa, voluminoso, in attesa (lui...o io?) che io lo riprenda tra le mani sulla metro e torni a leggerlo, sentendo lo spessore delle pagine ancora da leggere.



10 commenti:

Marie Claire ha detto...

Mio carissimo Lord,
sfondi non una porta aperta....SPALANCATA!
Io adoro avere i libri in mano, girare la pagina di carta, sentire l'odore di carta quando sono nuovi, vederne lo spessore, sistemarli in libreria e comprare altre mensole se il posto è finito (cosa che dovrò fare prossimamente!)...quindi per me il Kindle e l'iPad per leggere i libri possono pure andare...là!
Poi, per carità, sono tecnologica anche io...ma su queste cose non si scherza! :-)

PS bentornato!

Lord Crespo di Svezia ha detto...

Claire, Claire, bello ritrovarci qui ;-)
Insomma, mi capisci...comunque, al di là del nostro sentimento di "privati lettori", mi pongo domande sulle conseguenze che può avere il passaggio al formato digitale sulla percezione del patrimonio letterario, non so se mi spiego...mah...che interrogativo peregrino!

Baci,
LC

mezzastrega ha detto...

uhm... mi ha fatto venire in mente Farenheit 451...

Io adoro i libri, ce ne sono almeno una decina in casa che ho comperato e non ancora letto. E continuo a comperarli anche se so di non avere, per ora, il tempo di leggerli. E non voglio leggerli su supporto elettronico, ho già gli occhi che bruciano perchè sto tutto il giorno davanti a monitor, la carta è più rilassante e rassicurante per me.
Cosa accadrà domani è difficile da immaginare, tutto sommato. Per ora i ragazzi usano ancora libri di carta, per studiare e spesso per leggere, ed io lo trovo incoraggiante.

Anche per studiare uso la carta, scrivo e sottolineo, perchè mi resta meglio impresso nella testa.
Eppoi vuol mettere il Netter cartaceo da accarezzare? ;-)

Buone vacanze a lei, caro Lord, che fortunatamente ogni tanto rispunta.
Niente vacanze qui... ma conto sul fatto che la morte è certa, prima o poi...

Mi son trasferita qui http://mezzastrega.iobloggo.com/
mi ci trovo meglio

Lord Crespo di Svezia ha detto...

Uh, Strega, anche io ho un bel po' di libri comprati e non ancora letti...e non mi decido a smettere di comprarli prima di aver letto quelli già comprati ;-) Ma l'idea di potermi avvicinare alla libreria, finito un libro, e poter scegliere che cosa leggere tra varie opportunità...mi piace molto.

Sa che Farenheit 451 non l'ho ancora letto? Tra quelli che vorrei comprare, appunto.

"La carta è più rilassante e rassicurante": condivido pienamente, non sarei riuscito a qualificare in modo così nitido le qualità della carta. Grazie ;-)

Senta, ok che niente vacanze ma...su, non sia così "definitiva"!

Ogni tanto rispunto, ha ragione, spero di farlo più spesso...lasciandomi alle spalle i ricordi di com'era usare il blog...e usandolo per come mi gira ora. Lo dico a ogni post che scrivo, vero...però questo è il primo nel quale non parlo della questione nello stesso post!

BACI!
Suo,
Lord Crespo di Svezia

mezzastrega ha detto...

uhm... dice che guardare autopsie non mi ha giovato? ;-)

Siamo in evoluzione anche noi, non solo la tecnologia, e quindi cambiamo anche l'uso degli strumenti a disposizione.

In fondo è meglio così, significa che stiamo crescendo
:-)

Lord Crespo di Svezia ha detto...

Vero, e il legame tra il nostro cambiamento e quello delle tecnologie mi affascina molto.

Comunque sì, lasci perdere per un po' le autopsie e si dedichi, che ne so...sono talmente fuso che non mi vengono esempi, ahahah ;-)

mezzastrega ha detto...

autopsie archiviate o almeno spero.

Io avrei un ottimo esempio, ma non lo dirò qui :-)

Riposi nel fine settimana, le farà bene.

Lord Crespo di Svezia ha detto...

Carissima, Le rispondo solo ora che le vacanze mi hanno tenuto per un po' lontano da qui ;-)

Immagino il Suo esempio...e me ne compiaccio!

A proposito delle suddette vacanze, mi piacerebbe scriverci un post (o più di uno)...spero di riuscirci perché le impressioni e le emozioni (e le domande con le quali sono tornato), stavolta, sono state davvero tante.

La bacio,
Suo,
Lord Crespo di Svezia

Bruja ha detto...

caro Lord, bellissimo post e bella dissertazione....
Se posso esprimere il mio modesto parere, il mio lavoro è la tecnologia, lavoro scelto per passione, quindi non posso essere contraria alle innovazioni...lavoro in un ambiente che rende umana la tecnologia, viene cioè usata per aiutare chi sta male, sono sempre affascinata da nuove tecnologie..gli ebook li ho provati...ma il piacere della carta è un'altra cosa...non si possono paragonare...
invece nell'ospedale in cui lavoro c'è una bella iniziativo della biblioteca che mette a disposizione dei malati ebook, così chi non può leggere o tenere in mano un libro, può ascoltare una bella storia che magari allevia un pò il disagio che si vive quando si sta male...:-)

Lord Crespo di Svezia ha detto...

Bruja, rispondo con imperdonabile ritardo pur avendo letto già da tempo il Suo commento.

Che dire? La ringrazio per l'apprezzamento ma, soprattutto, per quel che mi ha raccontato.

La tecnologia, quando permette di fare cose come quelle da Lei descritte, disarma qualsiasi pregiudizio.

La bacio,
Suo,
Lord Crespo di Svezia