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20 giugno, 2013

Torno su queste pagine

Ho tanto desiderio di scrivere, in questi ultimi mesi.

Di tanto in tanto torno a leggere queste pagine, rivedendo alcune cose del passato attraverso il modo con cui le ho qui descritte.

Ovviamente, per come le ho descritte, certe cose posso vederle solo io. Episodi che sono legati ad altri solo nella mia mente, altri che ho descritto in modo sfuggente.

Certe volte mi sembra di poter dire che questo spazio, che ho usato frequentemente in passato, mi è servito a fissare scherzosamente alcuni capisaldi della mia vita, a dipingerli - maldestramente - attraverso macchie di colore che solo indirettamente descrivevano quel che effettivamente era la mia vita in quel periodo.

Parlo di "quel periodo" perché tutto era molto diverso, tutto era solo studio e lavoro, pochissimo tempo libero e...forse per questo, quel poco tempo che avevo a disposizione lo vivevo in modo fortissimo. E lo ricordo ancora. E ricordo come i primi tentativi di tornare a una vita più equilibrata, una volta finito il percorso del mio dottorato, mi davano emozioni incontenibili.

Come detto qualche tempo fa, questo post - all'interno del blog - lo vedo come una sorta di spartiacque tra un "prima" e un "dopo".

Se leggo molti dei post che vengono dopo quel post, mi rendo conto che essi sono un tentativo di mantenere il tono degli altri che lo precedevano...ma senza riuscirci. Erano cambiate già le mie esigenze, era cambiata molto la mia vita e...avevo bisogno di scrivere in altro modo, di parlare di altre cose. Non l'ho fatto.

Quando leggo la parte conclusiva di quello stesso post...mi sembra che io sia ancora alla ricerca di me stesso, a cercare di capire dove sono finito...e perché faccio così tanta fatica, soprattutto in queste ultime settimane, ad ascoltare me stesso.

Fino a qualche mese fa, la mia vita mi sembrava piena e in equilibrio...tanto che iniziavo ad aver paura di perdere proprio tale equilibrio. Troppi elementi incastrati l'un l'altro, sul filo dei minuti e dei giorni. Sta di fatto che, improvvisamente e inaspettatamente, tale equilibrio è improvvisamente venuto a mancare. In modo fragoroso.

Ci sono tante cose non dette, nella mia vita, che mi impediscono di parlare di me qui come vorrei (o meglio, mi impedisco io stesso di parlare come vorrei fare...), tanto che io in realtà sto bloggando (come si diceva ai bei tempi dei blog) parecchio e da un certo tempo ma...altrove, dove posso scrivere liberamente senza pensiero alcuno...e dove posso parlare di me senza che nessuna delle persone che mi conoscono nella vita reale possa trovarmi.

Questo stesso fatto, a dire il vero, rappresenta uno degli aspetti della mia vita attuale che non mi piacciono...o che comunque non mi convince del tutto.

Mi chiedo, in questi giorni, quante cose sarebbero andate diversamente se io avessi fatto altre scelte.

A proposito del lavoro, finora, in realtà, non posso dire di aver scelto. Certamente ho scelto di "andare avanti", ho scelto di dire "sì" a tutte le proposte e a tutte le opportunità che mi si sono parate davanti. Ma non ho "cercato".

Posso dire, in questo senso, di essere stato fortunato perché le occasioni mi si sono parate davanti e io ho dovuto solo acchiapparle, dicendo sì. Certamente, non posso nasconderlo, queste sono venute una legata all'altra, grazie (probabilmente) all'impegno che io ho messo nel lavorare...soprattutto nei primi tempi: ora non potrei dire (probabilmente) la stessa cosa.

Ho agganciato una prima proposta e da lì tutto è venuto potrei dire di conseguenza.

Poi, se penso al lavoro in palestra e ad alcune mie collaborazioni con società di consulenza, ci sono state cose che io ho cercato attivamente, impegni che ho aggiunto volutamente.

Mi sembra di essere arrivato ora, dopo poco più di 4 anni dalla conclusione del mio dottorato e di quel periodo della mia vita, a un momento nel quale è necessario fare una sorta di bilancio (oppure ne ho semplicemente voglia).

Tutto questo è ben simboleggiato dal mio 35° compleanno. Mi riferisco alla soglia psicologica delle età che hanno come seconda cifra un 5.

Quando scrivo quel numero, 35, penso a chi ha già figli, una famiglia solida, a chi si sente completamente staccato dalla sua giovinezza e vive pienamente la sua età adulta.

Io mi sento in un equilibrio assolutamente instabile, tra la mia giovinezza e l'età adulta che - in realtà - già vivo.
Mi infastidisco spesso quando sento parlare di "ragazzi" di quarant'anni...io, quando parlo di gioventù, penso ai 24-25 anni o giù di lì. Poi basta, poi siamo donne e uomini.

E' come se solo in questo periodo iniziassi a sentirmi pienamente un uomo, adulto...dopo averlo detto tante volte, "sono adulto, non un ragazzo", ora inizio a sentirlo.
Pensavo di sentirlo anche prima ma...quantomeno in questo periodo tale percezione di me stesso si fa più intensa, più decisa, più profonda.

Forse è per questo che ho desiderio di sentire che ho costruito qualcosa e di avere qualcosa da portare avanti.

Se per il lavoro le cose sono relativamente semplici da capire (resto nel mio lavoro perché ha tanti vantaggi, l'epoca non è delle migliori e, dunque, anche se non lo apprezzo molto cerco di tenermelo stretto), per tutto il resto non c'è alcuna semplicità.

Il casino riguarda, per intenderci, tutto quel che è relazione, sentimento, proiezione nel futuro delle mie relazioni...e dunque di me stesso, del mio essere uomo.

La scelta di andare a vivere per conto mio, 8 anni fa, e poi convivere, è scaturita da una - credo normale - esigenza di sentirmi autonomo, di sentirmi in grado di farcela da solo. Mettici pure che l'atmosfera a casa dei miei, in quel periodo, non era certo delle migliori e io, sistematicamente, finivo in mezzo alle tensioni.

All'inizio non è certo stato facile, se penso - per esempio - a tutto il tempo che impiegavo semplicemente a cucinare una cena...e al poco tempo che impiego attualmente, facendo nel frattempo altre tre cose, mi viene da sorridere.

Ora sono in un punto nel quale ho bisogno di consolidare quel che sono...e per questo metto in discussione tutto. Anche F.

Aver conosciuto M., più di un anno fa, è stato come mettere benzina sul fuoco, sui problemi che già c'erano, me ne rendo conto. In M. ho visto la potenzialità di costruire qualcosa, a prescindere dalle reali possibilità...perché in fondo, effettivamente, è una persona che conosco appena e che, soprattutto, sta costruendo il suo qualcosa con qualcun altro.

Il mio agire impulsivamente, settimane fa, ha portato a devastare completamente il mio precario equilibrio, quello che temevo di perdere e che, a ben vedere, ho distrutto io stesso.

Passo le giornate a recuperare alcuni dei cocci, ma soprattutto a cercare di guardare avanti e intorno, cercando di capire se sia ancora possibile trovare un senso nel proseguire su questa strada...oppure se scegliere altre strade...tornare a stare con me stesso, nel tentativo di ascoltarmi di più e, finalmente, magari capire chi sono davvero. E quali sono i miei desideri. E capire di chi ho bisogno davvero.

25 luglio, 2012

eBook e dintorni

Lo spunto mi viene da questo articolo del Corriere della Sera su Kundera ed eBook.

In questi giorni ho avuto più tempo per leggere, grazie a una piccola settimana di vacanza e al fatto che sto prendendo spesso i mezzi pubblici.

Finalmente sono riuscito a superare un blocco che, ormai, durava da mesi: iniziavo a leggere un libro e, poco prima della metà (a volte molto prima!), lo lasciavo stare lì.
In questo modo ne ho fatti fuori un bel po', spero di tornare sui miei passi e riprendere la loro lettura.
Tutto questo è accaduto dopo aver letto "Cent'anni di solitudine", uno dei libri che più mi sono piaciuti tra tutti quelli che ho letto. Allora forse, essendomi piaciuto molto, avrei voluto leggere subito dopo qualcosa di ancora più bello...e invece no. Probabilmente è qualcosa che ha a che fare con me stesso, più che con i libri in questione: parlo, infatti, di romanzi scritti da Elsa Morante, da Virginia Woolf, da Jorge Amado, insomma, i loro nomi parlano chiaramente.

Poche settimane fa, entro in libreria e vedo che ci sono sconti interessanti. Inizio, come sempre faccio, a cercare con lo sguardo libri del passato, dello scorso secolo e di quello ancora precedente, mentre penso - come sempre da un po' di anni - che comprare libri troppo attuali equivalga a scegliere qualcosa di non validato dagli anni.
Molto stupidamente.
Poi lo sguardo cade su libri che non conosco, su autori che - nella mia non aggiornata conoscenza della letteratura contemporanea - non suonano come familiari. Leggo la quarta di copertina di alcuni testi che più mi incuriosiscono...e decido di provare, di tornare a scegliere senza farmi orientare dall'autorevolezza del passato.
E sì, dai, compro due bei libri e, pochi giorni dopo, inizio con quello che più mi ha invogliato alla lettura: "Le correzioni" di Jonathan Franzen.
Finalmente, come dicevo all'inizio del post, sono riuscito a superare il blocco. Non voglio fare una recensione del libro perché non ne sarei in grado: posso dire che lo sto leggendo in modo appassionato.

Poi leggo l'articolo del Corriere linkato sopra e...penso alla mia esperienza con l'oggetto libro.

In effetti, anche io - come alcuni commentatori dell'articolo dicono - amo le sensazioni e le emozioni che si creano leggendo le pagine di carta, la rigidità del libro che man mano si attenua e cede, il fatto di tornare in quelle pagine, come a volersi - talvolta - rifugiare dal mondo all'interno della rilegatura, tra una pagina e l'altra.

Al tempo stesso non sono certo io una persona "contraria" alle tecnologie, e quando vedo persone che leggono sul Kindle sono sempre incuriosito.
Forse non mi cambierebbe nulla, forse le emozioni della carta sarebbero le stesse...o forse diverse e, chissà, mi piacerebbero di più.
Certamente, però, non posso fare a meno di pensare che la forma libro, così come l'abbiamo conosciuta unica e insostituibile fino a pochi decenni fa, dia contezza dell'importanza della conservazione e della trasmissione della memoria e della cultura.
Immagino la biblioteca di Alessandria, per esempio, o per essere più attuale le moderne grandi biblioteche.
L'imponenza di certe strutture, forse, sottolinea l'importanza di quel che in esse è contenuto, l'importanza di conservarlo e di metterlo a disposizione di tutti.
L'idea che, alla lunga, il libro cartaceo possa scomparire...semplicemente, non mi piace. Mi sembra che sarebbe una gran perdita.
Come sarebbe una biblioteca basata solo su supporti digitali? Un grande server e tanti schermi dai quali leggere i...libri? O ci aspettano nuove forme che non avranno le caratteristiche del libro così come lo intendiamo attualmente?

Certamente tutto quel che dico è basato sulla mia esperienza di persona nata nel XX secolo.
Non posso che pensare positivamente al fatto che grazie alla diffusione delle tecnologie della comunicazione tante persone possono accedere a cose che, nel passato, erano conosciute e fruibili solo da una parte della popolazione mondiale.

Probabilmente le nuove forme della conservazione e della trasmissione della cultura creeranno nuovi concetti e nuove considerazioni di che cosa è autorevole e di come comunicare l'importanza del patrimonio culturale.
Intendo dire che, forse, scomparendo il libro cartaceo, si affermeranno forme che negli anni diventeranno quello che per noi è ed è stato il libro.

Come sempre, probabimente, è una questione di prospettive storiche e culturali.

Nel frattempo, non posso fare a meno di pensare a "Le correzioni", al fatto che il libro è lì nella borsa, voluminoso, in attesa (lui...o io?) che io lo riprenda tra le mani sulla metro e torni a leggerlo, sentendo lo spessore delle pagine ancora da leggere.



04 gennaio, 2012

Delle ragioni contro il panettone senza uvetta e senza canditi

Gli interrogativi che aleggiano nella mente in questo periodo, che al di là di tutto vogliamo ancora definire "natalizio", sono dei più vari e disparati. Ci concentriamo, mie care e miei cari, su quelli che più vivamente ricorrono alla mente.

1. Che cosa sta accadendo nei gusti alimentari delle nuove generazioni? A fronte di un sempre più sfacciatamente ostentato "buon gusto" e "capacità di selezionare" rispetto ai cibi e alla loro preparazione, perché mai questo odio crescente per i canditi e l'uvetta? Che male vi hanno fatto mai i canditi? Ovviamente quelli buoni, non quelli di plastica. Eppure sono uno dei pilastri della pasticceria siciliana, tanto ostentatamente amata insieme a tutta la gastronomia della Bell'Isola!

2. Lord Crespo di Svezia si rende conto che, ormai, senza muscoli possenti non si va da nessuna parte. Anche i manichini nelle vetrine, un tempo forme ibride e impersonali, assumono pose e volumi da copertina Men's Health! E' chiaro che qualsiasi "stracazzo" di magliettina-straccetto fa il suo bel figurone in vetrina, riempita all'inverosimile da forme imponenti. Lo scrivente si impegna costantemente nell'esercizio fisico, tuttavia essendo per certi versi imposto il lavoro aerobico e di resistenza, manca il tempo per quello volto allo sviluppo della massa muscolare. Il risultato è che...boh, boh e ancora boh.

3. Vien sempre al cuore, in questi giorni, il desiderio di stilare una bella lista di buoni propositi...ma alcuni di loro restano intatti e intonsi negli anni. Un buon proposito, tuttavia, lo indico: non lasciarsi sfuggire, come avvenuto per dubbi sulla opportunità di cogliere l'occasione, l'offerta "pacchetto di pulizie professionali per appartamenti" di Groupon!

4. Ho deciso che tornerò (buon proposito?) ad esplorare il mondo dei blog. Per intenderci, non è detto che poiché quelli che leggevo abitualmente non sono più attivi non esistano più i blog. Anzi, mi pare - a leggere commenti e post - che ci sia un piacevole movimento, chissà ;-) Al di là e a proposito della chiusura di Splinder, quindi, prego chi più o meno spesso leggo di comunicarmi (se ne avete piacere) il nuovo indirizzo del vostro blog.

5. Buon anno!

13 aprile, 2011

Il magnetismo indotto dalle narrazioni fiabesche (o dell'equitazione amatoriale)

Eccomi nuovamente qui. Lo so che è uno scempio, il fatto che il blog sia così trascurato ma...essù!

Nuove notizie relative alla Soluzione Abitativa si sono affacciate e fanno timidamente - ma non troppo - capolino. Dopo circa un anno e mezzo di soggiorno nella Soluzione Mediamente Alta e Mediamente Larga...essa, la Soluzione, ha mutato nuovamente le sue caratteristiche.

Il trasloco è avvenuto verso una Soluzione Abitativa Larghissima (talvolta) e (esageratemente) Altissima (a tratti)!
Molta luce, questa la sua caratteristica principale, nelle ore diurne. Poi, come in tutte le case del mondo, quando scende la sera...c'è bisogno di illuminazione artificiale.
E qui casca l'asino.
Poiché la nuova Soluzione è dotata di forme assai particolari, che (mi) smontano tutte le idee più consolidate e poco messe in discussione sull'illuminazione casalinga.

Il desiderio sarebbe quello di conciliare, in particolare, le esigenze legate a una buona illuminazione dei vari ambienti con quello di non eccedere nei consumi di energia elettrica.

E qui, ridaje, casca ancora l'asino (che inizia a innervosirsi). Lord Crespo di Svezia, sempre interessato e appassionato rispetto alle cosiddette nuove frontiere della cucina (anche se, spesso, sono nuove solo per il Belpaese nel quale viviamo), per le operazioni di cottura dei cibi ha da tempo accolto in casa Lui, l'Amatissimo, il Sempre Lodato: il microonde! Naturalmente, come i più affezionati sanno, non di solo scongelamento e riscaldamento si tratta e trattasi di microonde con numerose possibilità di tipi di cottura...vapore, crisp, grill...ah!

Un altro oggetto, facente parte della zona "cucina", da mesi è di un certo interesse per lo scrivente. Tempi di cottura ridotti al minimo, uso dell'energia erogata fino al 90%, anziché al 40%, modalità di controllo della cottura che rasentano la perfezione, evitamento dell'elemento "fuoco" che - almeno nell'opinione e nel sentimento di Lord Crespo di Svezia - è sempre un elemento di pericolo nelle nostre case...orsù, che si palesi l'oggetto: piano di cottura a induzione!!!

Lord Crespo di Svezia, se non avesse avuto interferenze (pur richieste) nella decisione, avrebbe fatto il gran salto già da un po', proprio in occasione della necessità di comprare la cucina (per la Soluzione Abitativa Mediamente Larga e Alta). Tanto che, nei mesi, quando si è trovato a dover comprare pentole e padelle, ha sempre scelto quelle adatte alla cottura per induzione magnetica.

Che si palesi, orsù, l'interferenza: Raimunda!!!

Ella, la Savia, disse che non era il caso, che ci voleva il contratto dell'energia elettrica per 4,5kW e non per 3kW com'è classicamente e blablablablablablablablabla...bla.

Sta di fatto che il Suo Sconsiglio era spesso confermato dai commessi e dalle commesse dei vari negozi dove si trovano in vendita codesti piani di cottura. Che poi la domanda è: se il contratto di fornitura di energia elettrica casalinga a 4,5kW non ce l'ha nessuno...a chi li vendono tutti 'sti piani a induzione che sono esposti?
Sono esposti per fare scena, per dimostrare che l'assortimento è completo?
Vero è che in molti negozi di elettrodomestici tali piani non si vedono proprio.
Sta di fatto che il piano di cottura scelto e acquistato è a gas, con il fuoco.

Pochi giorni fa, che Lord Crespo di Svezia non ha ancora desistito dall'intenzione e dal desiderio, l'ultimo commesso interrogato a tal proposito...ha aperto un varco di luce. Volendo, si potrebbe fare. Certamente se si accendono tutti i "fuochi" insieme, il rischio di superare i 3kW è alto ma...quando mai lo scrivente accende tutti i fuochi insieme?

Usa il microonde in combinazione con la cucina sul fuoco, lo scrivente!

E qui casca un'altra volta l'asino (che inizia sul serio ad essere seccato per questa situazione!).
Il consumo del microonde insieme a quello della piastra a induzione magnetica rischia di far superare, di nuovo, la fatidica soglia dei 3kW?!?

In considerazione dei vari elementi, lo scrivente umilmente va a porvi un problema, per il quale vi chiede, invocando il vostro favore, di sforzarvi e produrre una soluzione!

FIABA PROBLEMATICA (con finale indefinito)

La mamma va al mercato e compra un piano di cottura a gas, spendendo 299€.

La mamma torna a casa, installa il piano di cottura e, stanca, si siede sul divano. Sfogliando una rivista e navigando in internet, inciampa in diverse lodi cantate in onore dei piani di cottura a induzione magnetica.

Ella esclama: "Ah! Già tutte le mie padelle e tutte le mie pentole sono adatte per la cottura sui piani a induzione magnetica!".

La mamma prosegue nei suoi pensieri: ella vorrebbe tanto avere un bel piano a induzione magnetica, il cui costo è mediamente di 400-600€; vorrebbe però non disperdere il valore del suo pur bello piano di cottura a gas, costato circa 300€.

In più, prosegue la mamma nelle sue considerazioni, dovrebbe cambiare il contratto per la fornitura di energia elettrica, aumentandolo da 3kW a 4,5kW.

Ciò comporterebbe, discetta tra sé e sé la mamma, da un lato un aumento del canone fisso per la fornitura, dall'altro un costo minore dell'energia elettrica, quindi - conclude la mamma - una sorta di risparmio sui consumi al netto del canone.

SOLUZIONE

Lascio a voi, dunque, mie sempre care e miei sempre cari, l'individuazione della Soluzione migliore!!!


Se nel frattempo vi state chiedendo il perché della citazione, nel titolo di questo post, della "equitazione amatoriale"...ecco, visto che l'asino è così innervosito (e come non comprenderlo!), lo scrivente vi comunica che - anche se da mesi ormai - è intenzionato a sperimentare la strada dell'equitazione amatoriale.

Lord Crespo di Svezia si dà all'ippica (forse)!!!

10 dicembre, 2010

I Quattro Elementi in formato microfibra (o delle Siderali Inconsapevoli Associazioni)

Signore e signori, qualche giorno fa ho comprato un paio di slip. Un po' speciali, di quelli carini, con colori e tessuti particolari...insomma, era un po' che non mi capitava.

Inconsapevolmente ho comprato un paio di slip che fanno parte di una serie dedicata ai quattro elementi: aria, fuoco, acqua e terra.
Dico inconsapevolmente perché me ne sono reso conto quando sono tornato a casa e ho aperto la confezione. Dentro c'era una brochure con quattro tizi, ovviamente pompati in un modo che rende l'idea di indossare quegli slip molto accattivante...finché non ci si incontra con lo specchio. Per ogni tipo pompato, un'associazione di idee e suggestioni, e uno slip (anzi, nella foto è un boxer hip) con un colore adatto per abbinarsi, rievocandolo, a uno dei quattro elementi: azzurrino chiarissimo per l'aria, verde foglia per la terra, blu per l'acqua, arancione per il fuoco.


Io ho comprato il blu e, quindi, mi sono ritrovato a casa con un bellissimo paio di slip dedicati all'acqua.

Ora, ovviamente - essendo io perfetta preda del marketing e delle pubblicità (nessuna scheda punti mi sfugge, nessun diniego al trattamento dei dati, per fare degli esempi) - mi sono lasciato tentare e suggestionare già in formato cartaceo (con la brochure) sostenendo ottime ragioni rispetto all'opportunità di possedere ciascun elemento, e non solo in formato slip ma anche boxer.

La ragione, in ogni caso, ha tentato di prevalere, facendomi desistere dall'idea del Possesso Totale dei Quattro Elementi.

Purtuttavia, qualcosa è da porre alla Vostra speciale attenzione, mie care amiche e miei cari amici di questo intimo salotto!

Lo scrivente, come già detto altre volte, è del segno dei Gemelli, con ascendente in Pesci: quello dei Gemelli, come probabilmente saprete, è un segno d'aria, mentre quello dei Pesci è d'acqua.
Sempre lo scrivente, in una certa epoca non meglio identificata se non riferendosi al "passato", ha iniziato a pensare che le caratteristiche del segno dei Pesci, talvolta, prendano il sopravvento sul suo modo di comportarsi e sul suo equilibrio psico-emotivo.

Così tanto il sopravvento che va a scegliere, inconsapevolmente, lo si ribadisca, un paio di slip dedicati all'elemento del quale è proprio il segno zodiacale in cui cade il suo ascendente, non quello dove, al momento della sua nascita, era posizionato il Sole.
Però è anche vero che l'azzurrino dell'aria gli piace molto, a Lord Crespo di Svezia, per i costumi da bagno...cioè, un costume da bagno intorno al quale gira ormai intorno da anni e che non compra perché ogni volta tentato da altro.

E va anche detto che l'arancione mi garba molto, ecco...quell'arancione lì, quello della brochure...sarà che ho Marte in Leone. E il verde...mmm...il verde?

A voi chiedo lumi (verdi), mie care e miei cari!

29 settembre, 2010

I'm lovin' it

Blogger ha cambiato un po' di cose, facendomi tornare l'amore per questa piattaforma. E dire che stavo quasi per decidere di spostarmi su Splinder...e invece no. Un po' di cambiamenti nella grafica e, forse, chissà...un senso diverso da dare al mio blog, come dicevo qualche settimana fa.

13 settembre, 2010

Scienza e Coscienza del Tensioattivo (o delle Riflessioni sulle Ecodosi)

Orsù, Lord Crespo di Svezia, da qualche tempo, si dedica con Scienza e Coscienza alla riflessione sull'uso della lavatrice e su tutte le operazioni a questo connesse.
Per ciò che riguarda la Scienza, si presti attenzione alla collocazione del cosiddetto "stendino", che nel caso dello scrivente è "verticale" (retaggio dell'Alto e Stretto Vivere). Essa dipende dal percorso che la Stella che illumina il Pianeta Nostro segue nel cielo: mentre in tarda primavera ed estate la sua luce non entra dalla finestra mancopegnente, poiché altissima sta nel cielo, in tardo autunno e inverno essa entra diretta e quasi orizzontale nel soggiorno della Soluzione Abitativa Mediamente Alta&Larga.

Ne consegue che, d'estate, Lord Crespo di Svezia stende il suo bucato all'aperto, preferendo farlo quando è in casa o quantomeno quando sa che il clima promette sole, sole e ancora sole. Poiché si scoccerebbe a vedere il suo bucato bagnato dalle piogge.

D'inverno il bucato viene steso di fronte alla finestra nel soggiorno ('na sciccheria), dove il sole entra drittopeddritto e scalda talmente tanto da asciugare i panni come se ci fosse il vento caldo dell'estate (o quasi). E talvolta anche quando non c'è il sole, ci pensano il Dottor Termosifone e Messere Caminetto, a riscaldare l'atmosfera.

E fin qui la Scienza.

Passiamo al suo intreccio con la Conoscenza, seppur il legame tra i due elementi sia - soprattutto in questo caso - inevitabile. Come dire, infatti, che il tensioattivo non sia Scienza?

E come dire che l'immagine del diuturno passeggiar del di Apollo carro non necessiti di un riferimento alla Conoscenza, allorché sappiamo che non è il Sole a muoversi con il carro ma la terra che gira gira e rigira? Anzi, che il sole non si muove mancopegnente, se non insieme a tutto il sistema che da lui prende il nome?

Scienzainpillole!

E sì, il Rilancio della Riflessione sul dosaggio del detersivo, Scienza e Conoscenza del Tensioattivo, passa da uno spot pubblicitario...e da una passeggiata più o meno distesa nello stand del settore detervisi di un ipermercato.

La Coscienza della Scienza e della Conoscenza può dipendere da un codice a barre: la postmodernità!

L'attenzione dello scrivente, spesso, è catturata dalle cose funzionali e pratiche: non a caso la sua automobile dei sogni è la Multipla, schifata da 3/4 del mondo civilizzato e post-industriale, adorata dallo scrivente per le Sue Promesse di Contenitività. Se poi hanno anche un aspetto piacevole...ah!

E secondo Voi le Ecodosi Dash non hanno un aspetto piacevolmente funzionale e pratico?
Esse, realizzate già in giusta dose (...uhmmm...), vengono collocate direttamente nel cestello, poiché altrimenti il sapone - pare - se ne andrebbe in gran parte sparso nello scarico, piuttosto che sul bucato.
E dunque, immagino indice e pollice a tenere in mano l'Ecodose, verso il cestello del bucato...poi l'immaginazione corre di più, a tanti - ma tanti! - anni fa.

Per la precisione all'Avvento della Pallina Dosatrice. Anch'essa da collocare nel bel mezzo del bucato tutto rannicchiato nel cestello della lavatrice.

A questo punto, lo scrivente è preso da dubbi.

Poiché la Pallina Dosatrice (anzi, le palline) ce l'ha.

a) Da quando ha iniziato ad usare la lavatrice, non ha mai usato la pallina dosatrice se non per dosare il detersivo, mettendo poi quest'ultimo - insieme ai vari additivi - nel cassetto del detersivo. La ragione del non-uso della pallina risiede nel timore che il detersivo vada a depositarsi in modo concetrato su pochi capi in particolare, senza spandersi uniformemente su tutto il bucato. Dubbio corroborato dalla scarsa quantità di acqua usata dalla lavatrice in questione, ché il libretto di istruzioni dice che è eco-normale.

b) Da quando ha visto dell'Ecodose, Lord Crespo di Svezia s'è fatto prendere dal dubbio, poiché ha immaginato che il suo detersivo se ne vada effettivamente in gran parte via per lo scarico.

c) Ha iniziato ad usare la pallina dosatrice come si deve, cioè collocandola nel bel mezzo del bucato.

c) Tuttavia un dubbio lo assale: la pallina dosatrice non è forse più ecologica dell'ecodose?

d) L'ecodose, infatti, è già fatta, senza possibilità di modificarla in base alla quantità di bucato e allo sporco presente su quest'ultimo.

e) Ora...l'ecodose dice di essere innovativa ed ecologica: non è forse più ecologica la pallina dosatrice, che permette di scegliere di volta in volta la quantità di detersivo? E l'innovazione, a questo punto, dov'è?

Sull'onda di questi dubbi, Lord Crespo di Svezia è orgoglioso di comunicarvi che ha deciso di comprare una nuova Tavola da Stiro, sulla quale tentare di appianare i tanti dubbi dell'Ecologico Sentimento.
Nel frattempo, o Voi Dilette, o Voi Diletti, potete contribuire, con la Vostra Conoscenza, alla Navigazione del Mare Tempestoso della Scienza e dell'Oceano Profondissimo della Conoscenza?

[Grazie a http://napolibella.bravepages.com/ per l'immagine delle donne che stendono il bucato.]