Ho tanto desiderio di scrivere, in questi ultimi mesi.
Di
tanto in tanto torno a leggere queste pagine, rivedendo alcune cose del
passato attraverso il modo con cui le ho qui descritte.
Ovviamente,
per come le ho descritte, certe cose posso vederle solo io. Episodi che
sono legati ad altri solo nella mia mente, altri che ho descritto in
modo sfuggente.
Certe volte mi sembra di poter dire
che questo spazio, che ho usato frequentemente in passato, mi è servito a
fissare scherzosamente alcuni capisaldi della mia vita, a dipingerli -
maldestramente - attraverso macchie di colore che solo indirettamente
descrivevano quel che effettivamente era la mia vita in quel periodo.
Parlo
di "quel periodo" perché tutto era molto diverso, tutto era solo studio
e lavoro, pochissimo tempo libero e...forse per questo, quel poco tempo
che avevo a disposizione lo vivevo in modo fortissimo. E lo ricordo
ancora. E ricordo come i primi tentativi di tornare a una vita più equilibrata, una volta finito il percorso del mio dottorato, mi davano emozioni incontenibili.
Come detto qualche tempo fa, questo post - all'interno del blog - lo vedo come una sorta di spartiacque tra un "prima" e un "dopo".
Se leggo molti dei post che vengono dopo quel post, mi rendo conto che essi sono un tentativo di mantenere il tono degli altri che lo precedevano...ma senza riuscirci. Erano cambiate già le mie esigenze, era cambiata molto la mia vita e...avevo bisogno di scrivere in altro modo, di parlare di altre cose. Non l'ho fatto.
Se leggo molti dei post che vengono dopo quel post, mi rendo conto che essi sono un tentativo di mantenere il tono degli altri che lo precedevano...ma senza riuscirci. Erano cambiate già le mie esigenze, era cambiata molto la mia vita e...avevo bisogno di scrivere in altro modo, di parlare di altre cose. Non l'ho fatto.
Quando leggo la parte conclusiva di
quello stesso post...mi sembra che io sia ancora alla ricerca di me stesso, a
cercare di capire dove sono finito...e perché faccio così tanta fatica,
soprattutto in queste ultime settimane, ad ascoltare me stesso.
Fino a qualche mese fa, la mia vita
mi sembrava piena e in equilibrio...tanto che iniziavo ad aver paura di
perdere proprio tale equilibrio. Troppi elementi incastrati l'un
l'altro, sul filo dei minuti e dei giorni. Sta di fatto che,
improvvisamente e inaspettatamente, tale equilibrio è improvvisamente
venuto a mancare. In modo fragoroso.
Ci sono tante cose non dette, nella
mia vita, che mi impediscono di parlare di me qui come vorrei (o meglio,
mi impedisco io stesso di parlare come vorrei fare...), tanto che io in
realtà sto bloggando (come si diceva ai bei tempi dei blog) parecchio e
da un certo tempo ma...altrove, dove posso scrivere liberamente senza
pensiero alcuno...e dove posso parlare di me senza che nessuna delle
persone che mi conoscono nella vita reale possa trovarmi.
Questo
stesso fatto, a dire il vero, rappresenta uno degli aspetti della mia
vita attuale che non mi piacciono...o che comunque non mi convince del
tutto.
Mi chiedo, in questi giorni, quante cose sarebbero andate diversamente se io avessi fatto altre scelte.
A
proposito del lavoro, finora, in realtà, non posso dire di aver scelto.
Certamente ho scelto di "andare avanti", ho scelto di dire "sì" a tutte
le proposte e a tutte le opportunità che mi si sono parate davanti. Ma
non ho "cercato".
Posso dire, in questo senso, di
essere stato fortunato perché le occasioni mi si sono parate davanti e
io ho dovuto solo acchiapparle, dicendo sì. Certamente, non posso
nasconderlo, queste sono venute una legata all'altra, grazie
(probabilmente) all'impegno che io ho messo nel lavorare...soprattutto
nei primi tempi: ora non potrei dire (probabilmente) la stessa cosa.
Ho agganciato una prima proposta e da lì tutto è venuto potrei dire di conseguenza.
Poi, se penso al lavoro in palestra e
ad alcune mie collaborazioni con società di consulenza, ci sono state
cose che io ho cercato attivamente, impegni che ho aggiunto volutamente.
Mi sembra di essere arrivato ora,
dopo poco più di 4 anni dalla conclusione del mio dottorato e di quel periodo della
mia vita, a un momento nel quale è necessario fare una
sorta di bilancio (oppure ne ho semplicemente voglia).
Tutto
questo è ben simboleggiato dal mio 35° compleanno. Mi riferisco alla
soglia psicologica delle età che hanno come seconda cifra un 5.
Quando scrivo quel numero, 35, penso
a chi ha già figli, una famiglia solida, a chi si sente completamente
staccato dalla sua giovinezza e vive pienamente la sua età adulta.
Io mi sento in un equilibrio assolutamente instabile, tra la mia giovinezza e l'età adulta che - in realtà - già vivo.
Mi
infastidisco spesso quando sento parlare di "ragazzi" di
quarant'anni...io, quando parlo di gioventù, penso ai 24-25 anni o giù
di lì. Poi basta, poi siamo donne e uomini.
E' come se solo in questo periodo
iniziassi a sentirmi pienamente un uomo, adulto...dopo averlo detto
tante volte, "sono adulto, non un ragazzo", ora inizio a sentirlo.
Pensavo
di sentirlo anche prima ma...quantomeno in questo periodo tale
percezione di me stesso si fa più intensa, più decisa, più profonda.
Forse è per questo che ho desiderio di sentire che ho costruito qualcosa e di avere qualcosa da portare avanti.
Se per il lavoro le cose sono
relativamente semplici da capire (resto nel mio lavoro perché ha tanti
vantaggi, l'epoca non è delle migliori e, dunque, anche se non lo
apprezzo molto cerco di tenermelo stretto), per tutto il resto non c'è
alcuna semplicità.
Il casino riguarda, per intenderci,
tutto quel che è relazione, sentimento, proiezione nel futuro delle mie
relazioni...e dunque di me stesso, del mio essere uomo.
La scelta di andare a vivere per
conto mio, 8 anni fa, e poi convivere, è scaturita da una - credo
normale - esigenza di sentirmi autonomo, di sentirmi in grado di farcela
da solo. Mettici pure che l'atmosfera a casa dei miei, in quel periodo,
non era certo delle migliori e io, sistematicamente, finivo in mezzo
alle tensioni.
All'inizio non è certo stato facile,
se penso - per esempio - a tutto il tempo che impiegavo semplicemente a
cucinare una cena...e al poco tempo che impiego attualmente, facendo
nel frattempo altre tre cose, mi viene da sorridere.
Ora sono in un punto nel quale ho bisogno di consolidare quel che sono...e per questo metto in discussione tutto. Anche F.
Aver conosciuto M., più di un anno
fa, è stato come mettere benzina sul fuoco, sui problemi che già
c'erano, me ne rendo conto. In M. ho visto la potenzialità di
costruire qualcosa, a prescindere dalle reali possibilità...perché in
fondo, effettivamente, è una persona che conosco appena e che, soprattutto, sta costruendo il suo qualcosa con qualcun altro.
Il mio agire impulsivamente,
settimane fa, ha portato a devastare completamente il mio precario
equilibrio, quello che temevo di perdere e che, a ben vedere, ho
distrutto io stesso.
Passo
le giornate a recuperare alcuni dei cocci, ma soprattutto a cercare di
guardare avanti e intorno, cercando di capire se sia ancora possibile
trovare un senso nel proseguire su questa strada...oppure se scegliere
altre strade...tornare a stare con me stesso, nel tentativo di
ascoltarmi di più e, finalmente, magari capire chi sono davvero. E quali
sono i miei desideri. E capire di chi ho bisogno davvero.